lunedì 20 aprile 2015

1 gennaio 1966..cronaca Italiana

LIBERAZIONE DI FRANCA VIOLA..LA DONNA CHE DISSE "NO" AL MATRIMONIO RIPARATORE
Il 26 dicembre 1965, all'età di 17 anni, Franca Viola fu rapita dal pretendente Melodia, che agì con l'aiuto di dodici amici, con i quali devastò l'abitazione della giovane ed aggredì la madre che tentava di difendere la figlia. La ragazza fu violentata e quindi segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese e poi in casa della sorella di Melodia ad Alcamo stessa; il giorno di Capodanno, il padre della ragazza fu contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta "paciata", ovvero per un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far accettare ai genitori di Franca le nozze dei due giovani. Il padre e la madre di Franca, d'accordo con la polizia finsero di accettare le nozze riparatrici e addirittura il fatto che Franca dovesse rimanere presso l'abitazione di Filippo, ma fra l'1 e il 2 gennaio 1966 la polizia intervenne all'alba facendo irruzione nell'abitazione, liberando Franca ed arrestando Melodia ed i suoi complici. Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l'onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimasta zitella, additata come "donna svergognata". All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore", contratto tra l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Il caso sollevò in Italia forti polemiche divenendo oggetto di numerose interpellanze parlamentari. Durante il processo che seguì, la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d'amore, la cosiddetta "fuitina", un gesto che avrebbe avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio, mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della famiglia per la scelta del marito. 

Franca divenne subito bandiera della lotta di emancipazione della donna e di una rivoluzione dei costumi. Non solo i giornali ma anche il cinema diedero alla sua storia una rappresentazione simbolica. Damiano Damiani ne ricavò nel 1970 la trama del film "La moglie più bella" interpretata da Ornella Muti, al suo esordio come attrice.






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